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Birra? Artigianale piace di più

Con il caldo aumenta anche nel tuo locale il consumo di birra. Oltre alle classiche delle multinazionali, molti clienti richiedono espressamente quelle artigianali…e tu vai un po’ nel panico. Con quali criteri si definisce un prodotto del genere?

Dipende dal gusto, dalla produzione, dal fatto che sia regionale? La normativa ha fatto un po’ d’ordine e ora sei pronto anche tu a rispondere in modo adeguato a chi te lo dovesse chiedere… il riferimento è legge n. 178 del 17 dicembre 2016. La birra deve essere prodotta da un birrificio che non supera i 200.000 ettolitri di produzione annuale.

Il birrificio deve essere indipendente, ovvero non può essere controllato o avere legami con altri gruppi o aziende di produzione di bevande alcoliche che superano il limite di produzione.

La birra non deve essere pastorizzata. Questo significa che non deve essere sottoposta a un processo di riscaldamento che distruggerebbe i microbi presenti. La non pastorizzazione consente di mantenere il gusto originale e le proprietà organolettiche della birra.

La birra non deve essere filtrata. La filtrazione è un processo che rimuove le particelle solide sospese nel liquido, rendendo la birra limpida. La mancanza di filtrazione, invece, permette di preservare tutte le sue caratteristiche sensoriali.

La birra deve essere prodotta con fermentazione alta, bassa o spontanea, e può essere rifermentata in bottiglia o in fusto.

Tutto chiaro? Perfetto!

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