In Italia – dati riferiti al 2024 – si consuma meno birra in volume, ma cresce la ricerca di qualità, autenticità e valore d’esperienza. È in questo scenario che la birra artigianale consolida il suo ruolo identitario legato al territorio di origine.
Secondo gli ultimi dati AssoBirra, il mercato italiano ha chiuso l’anno con una produzione di 17,2 milioni di ettolitri e consumi pari a 21,5 milioni, con un leggero calo rispetto al 2023. Il consumo pro capite si ferma a 36,4 litri, ma cresce la quota del fuori casa, oggi oltre il 38% del totale. Dentro questo scenario più selettivo, la birra artigianale continua a rappresentare la parte più dinamica e distintiva del comparto.
Sono oltre mille i microbirrifici e brewpub attivi, con una produzione complessiva di circa 480 mila ettolitri e una quota di mercato che sfiora il 2,3% a volume. Numeri piccoli in termini industriali, ma con un impatto culturale enorme: l’artigianale è diventata sinonimo di “fatto bene”, “locale”, “autentico”.
Il motivo del suo successo è duplice:
-da un lato c’è la curiosità del consumatore, sempre più disposto a provare, capire e raccontare cosa beve;
-dall’altro la capacità dei produttori di creare narrazione, lavorando su ingredienti italiani, filiere corte, collaborazioni tra birrifici e valorizzazione degli stili regionali.
La birra artigianale piace perché non è standardizzata: cambia con le stagioni, con le materie prime, con la mano del birraio. È viva.
Per i bar e i ristoranti questo si traduce in un vantaggio evidente: identità e differenziazione. Una selezione di birre artigianali – poche ma curate – permette di costruire una carta riconoscibile e coerente con la filosofia del locale.
In più, la birra artigianale risponde a nuove esigenze di consumo. È spesso meno alcolica delle versioni industriali, ha profili aromatici più complessi ma equilibrati, e si presta ad abbinamenti con piatti contemporanei, street food o cucina di bistrot. Le versioni low e no alcohol, in forte crescita (+2,1% del mercato), intercettano chi cerca un’esperienza gustativa completa senza eccessi.
Dietro il successo dell’artigianale c’è anche una componente culturale: il desiderio di trasparenza. Il consumatore vuole sapere chi produce, dove, con quali ingredienti.
Adesso sai cosa fare: costruisci una rotazione stagionale con referenze riconoscibili, forma il personale sulla degustazione e comunica la provenienza. Non servono decine di etichette, bastano scelte coerenti: una chiara, una ambrata, una scura, una stagionale. L’artigianale non si vende come prodotto, ma come esperienza.
Da cosa partire? Dalle proposte che trovi sulle Locandine per Bar e Ristoranti Super Oktoberfest365.it che puoi richiedere su www.ristopiulombardia.it. In entrambe trovi 3 referenze a marchio Soralamà, birrificio artigianale, tutte con il bonus da riscattare subito: tra queste anche la Slurp, premiata come Birra dell’Anno 2023 dall’Unionbirrai.
